In settembre il generale by @davideravera

In settembre il generale #Figliuolo è stato in #Libia per parlare di collaborazione militare con uno dei 2 eserciti del Paese maghrebino, quello della Tripolitania (in orbita turca) definito anche #GNU e teoricamente decaduto. 1/n

https://www.libyaobserver.ly/news/al-haddad-discusses-military-cooperation-italy


Sulla Libia la diplomazia occidentale pare agire in ordine sparso e casuale. Le elezioni si sarebbero dovute tenere a fine 2021 in base al piano #ONU definito dopo il cessate il fuoco del 2020. Ma Tripolitania e Cirenaica non hanno trovate le basi minime di intesa per votare. 2/n


È iniziato così un lungo stallo istituzionale interrotto da scontri anche con armi pesanti, quando il parlamento che ha sede in Cirenaica ha eletto un nuovo primo ministro, Bashagha, il cui insediamento a Tripoli è stato impedito dalle milizie fedeli a Dbeibeh e allo GNU. 3/n


Tutto questo avveniva in assenza di un inviato speciale ONU, perché il precedente capo-missione si era dimesso dopo pochi mesi, lasciando il posto vacante per quasi un anno a causa dei veti, soprattutto di Tripoli e di Dbeibeh che ritiene legittimo il proprio potere. 4/n


L’uomo di Ankara sostiene che è disposto ad andare a elezioni ma obiettivamente sembra che la stia tirando per le lunghe, mentre molti tripolini lamentano che il Paese sta sprofondando nella corruzione e nella paura che qualche potenza straniera interferisca all’improvviso. 5/n


In tutti questi mesi, secondo molte fonti autorevoli, non si è mai fermato l’afflusso di armi dalla Turchia verso Tripoli, in palese violazione di un embargo che la #UE con la sua missione militare non riesce minimamente a fare rispettare. 6/n

https://libyareview.com/28146/turkish-military-plane-lands-in-west-libya/


Dbeibeh ha trattato abbastanza duramente la diplomazia #USA, che a un certo punto ha fatto sapere che in fondo gli interessi americani in Libia non sono enormi, inviando però addetti commerciali a Tripoli per rassicurare la Banca Centrale e parlare di petrolio. 7/n


Diverso sembra il ruolo #UK: poche settimane fa, per la prima volta in 8 anni una nave militare britannica ha attraccato nel porto di Tripoli tra il disappunto di molta gente comune. La nave d’assalto HMS Albion si è fermata alcuni giorni e ha svolto diverse attività. 8/n


Ci sono stati momenti di vera e propria interazione e addestramento tra i militari britannici e quelli della Marina militare di Tripoli ma c’è stata anche una intensa attività diplomatica e di raccordo con i settori produttivi della Tripolitania, con anche intrattenimenti. 9/n


Intanto sul lato orientale del Paese, in Cirenaica, il capo di quello che una volta era l’esercito regolare libico, generale #Haftar, continuava a tenere a freno la #Jihad nel sud-ovest desertico, facendo però anche tour elettorali in favore di uno dei figli di #Gheddafi. 10/n


In questi giorni e settimane Haftar ha chiamato i libici a una “rivoluzione pacifica” e in queste ore ha ribadito che “la politica ha fallito” e che è ora di consolidare il potere di chi ha sconfitto i militanti islamisti, cioè lui stesso. 11/n


Haftar gode dell’appoggio di #Russia ed #Egitto mentre in Cirenaica sono presenti anche i mercenari di #Wagner a protezione dei pozzi. Anche la #Francia ha diversi interessi in Cirenaica; ancora una volta gli interessi di Parigi si scontrano con quelli di Ankara. 12/n


In questi lunghissimi mesi di stallo l’uomo di Erdogan ha fatto la malora, disturbato appena dal rumore di fondo delle timide rimostranze della cosiddetta comunità internazionale, sentendosi probabilmente ben protetto da Ankara e – a un gradino superiore – da Londra. 13/n


Tra le altre cose Dbeibeh ha fatto infuriare mezza Europa, la UE e l’Egitto firmando con la Turchia memorandum ritenuti non validi dai vicini europei, su temi strategici quali zone economiche esclusive marittime, idrocarburi, armamenti. Insomma, tira avanti e se ne frega. 14/n


Nelle ultime settimane si sono anche intensificati i tentativi, tra i principali organi dello Stato diviso (Alto Consiglio di Stato per la Tripolitania, Parlamento per la Cirenaica), di trovare una soluzione politica ma la strada non si trova, probabilmente per veti diversi. 15/n


Lo stallo istituzionale ha il duplice effetto di rinvigorire da un lato la scellerata azione del governo “parzialmente legittimo” di Tripoli, rinfocolando la stizza del parlamento e dell’esercito di Tobruch e Misurata, mentre l’ampia regione meridionale del Fezzan langue. 16/n


Solo in questi giorni e dopo quasi un anno di stallo, l’ONU è riuscita a far sbarcare a Tripoli il proprio inviato speciale che ha ricevuto la fiducia di tutte le parti in causa, fiducia che è legittimo temere sia solo formale. Il senegalese Bathily dovrà fare un miracolo. 17/n


Sicuramente ci sono tante forze e figure che stanno facendo del loro meglio per una soluzione mediata, ma non si capisce perché dovrebbero riuscire ora, di botto, a risolvere una situazione che si trascina da mesi se non muta l’atteggiamento internazionale. 18/n


Il punto, come qualcuno ha scritto, è anche che la Libia già problematica e con troppi padroni si è trovata catapultata in un mondo in guerra per l’energia e sul suo territorio si muovono forze impegnate su altri fronti bellici. 19/n


Oggi tutta la autoproclamata comunità internazionale invoca, reclama e chiede che le diverse decine di migliaia di mercenari stranieri lascino il campo. Ma l’impressione è che sia tardi. Questa corsa di inglesi e italiani a stringere l’intesa con l’esercito di Tripoli 20/n


fa a pugni con le dichiarazioni americane e degli stessi leader libici che dicono di ritenere necessaria l’unificazione dei due eserciti. Ed è anche questo che intendo quando dico che le diplomazie occidentali sono in colpevole ordine sparso. 21/n


In ordine sparso e divise da disallineamenti sempre più seri tra interessi economici, posizionamento geopolitico e alleanze militari. La Libia, come il Marocco, è un test di resistenza per il #Mediterraneo. Si tratta di far i conti con un nuovo ordine che si delinea. 22/n


E in questo tentativo di nuovo ordine quasi nessuno gioca a carte scoperte, perché quasi mai gli alleati teorici sono gli alleati veri e ci sono troppe variabili nel cubo di Rubik maghrebino, tra cui l’#Egitto la cui pace con la Turchia è determinante. 23/n


Posto che ovviamente le persone che vivono in Tripolitania, Cirenaica e Fezzan non ne possono più, riusciranno tutti questi Stati a far combaciare i propri interessi con quelli degli altri e con un’ipotesi sensata di formula per andare a elezioni pacifiche e condivise? 24/n


Dal punto di vista della “base costituzionale”, invero, il Paese è così poco abituato alla democrazia e/o le distanze tra fazioni e tribù sono tante e tali, che pochi giorni fa un tavolo ai vertici ha discusso di tornare niente meno che alla Costituzione federale del 1951. 25/n


Questa prevederebbe uno Stato federale che riunisce Tripolitania, Cirenaica e Fezzan. Ma l’impressione di tanti, a cominciare purtroppo da tanti libici e libiche, è che se non si fa un grosso passo avanti subito, si sia a un passo dal tracollo. 26/n


Con ritardo stratosferico il Consiglio di sicurezza dell’ONU parlerà di Libia questo venerdì, anche perché c’è da rinnovare (oppure no) la missione ONU e da decidere se rinnovarla per sei mesi o per un anno. Considerato l’afflusso di armi da Ankara da un lato e il nervosismo 27/n


di Haftar dall’altro, si tratta di un momento estremamente critico. Insomma, lo stallo infinito sembra non poter più reggere e tutti si pensa che a questo punto, la Libia, una qualche direzione la prenderà. 28/n


Non v’è dubbio che la stragrande maggioranza dei libici non ne può più di questo clima, né vuole vedere altre truppe straniere arrivare sul loro territorio. Ma è chiaro che ci sono anche forti spinte a far ripartire la spirale di violenza, che hanno potuto covare per mesi 29/n


anche grazie alla schizofrenia, o alla cura del proprio interesse particolare, delle diplomazie dei Paesi occidentali e della stessa ONU. 30/30


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